Epipremnum e Scindapsus: come prendersene cura, consigli e curiosità
L’Epipremnum Aureum, conosciuto dal 90% delle persone come “Pothos” viene anche chiamato Scindapsus Aureus.
Sono però piante che appartengono a specie diverse, anche se le modalità di cura e coltivazione sono le stesse.
Se siete curiosi, troverete un approfondimento sull'argomento, alla fine, nel paragrafo “CURIOSITA’”!
L’Epipremnum e lo Scindapsus (che per comodità chiameremo, anche se erroneamente, “Pothos”) sono piante tropicali sempreverdi, originarie dell'Asia sudorientale, che si presentano come piccoli cespugli di fusti lianosi.
Appartenenti alla famiglia delle Araceae, sono molto diffuse nelle nostre case per la loro resistenza e versatilità.
Il Pothos è una pianta clemente, che ci perdona molti errori. Sopravvive in stanze ombrose, resiste alla siccità e non necessita di particolari cure.
Proprio per questi motivi si tende a trascurarlo e sottovalutarlo. Tant’è che solo in pochi provano la gioia di vederlo crescere al massimo della sua maestosità.
E’ una tra le piante d’appartamento più facili da curare, sopravvive sia all’ombra che in pieno sole, si riprende molto velocemente dallo stress ed è resistente a molte malattie fungine.
Si adatta benissimo al clima domestico, sia dal punto di vista della temperatura che dell’umidità.
Grazie al suo sviluppo in tralci, questa pianta, può essere coltivata sia cadente che rampicante.
Per crescere veloce e vigoroso ha bisogno di luce abbondante e diffusa per quasi tutto il giorno. Tollera anche il pieno sole per qualche ora, purché non si tratti del sole caldo estivo, che rischia di provocare bruciature alle foglie.
Posizionate il Pothos vicino ad una finestra luminosa, possibilmente esposta a sud-est o sud-ovest, in modo che riceva luce diffusa per buona parte della giornata.
In queste condizioni ideali, la pianta cresce al massimo delle sue possibilità. Veloce, piena, con internodi corti e foglie sempre più grosse e variegate.
E se non avessi una stanza così luminosa e posizionassi il mio Pothos all’ombra?
Se messo troppo lontano dalla finestra od in un angolo ombroso della stanza, può accadere che non cresca o cresca poco, che gli internodi si allunghino, le foglie rimangano piccole e che si perda la tipica variegatura di questa pianta e quindi che le foglie tornino completamente verdi.
Il Pothos si adatta benissimo alla vita in appartamento, con temperature comprese tra 18 e 30 gradi, dove l’ideale è tra 20 e 26 gradi. La temperatura minima invece è tra 15 e 19 gradi.
Nei mesi invernali bisogna fare attenzione alle correnti d’aria fredda o agli spifferi che possono provocare necrosi, cioè macchie nere o marroni sulle foglie. Tanto più gravi quanto il freddo è intenso o prolungato.
Per quanto sia una pianta d’origine tropicale, non necessita di umidità particolarmente alta per crescere.
Nella maggior parte dei casi un tasso del 40-60% è più che sufficiente affinché si sviluppi senza manifestare sintomi come punte delle foglie secche.
Se l’umidità ambientale scendesse sotto al 30% le punte delle foglie rischierebbero di seccare e diventare marroni a causa della disidratazione periferica.
CURA DELLA PIANTA:
ANNAFFIATURE:
Il Pothos va annaffiato quando il terriccio è completamente asciutto, al fine di garantire una buona alternanza tra acqua e aria (in particolare ossigeno) tra le cavità del terreno.
Questo può essere fatto ogni 3-4 giorni in estate ed ogni 7-10 giorni durante l’inverno. A seconda della velocità con cui l’acqua viene assorbita od evapora nell’aria, oltre che dalla dimensione della pianta e del vaso in cui cresce.
Ci sono due metodi efficaci per capire quando bagnare il Pothos: infilando il dito 3-4cm nel terriccio per sentire se è asciutto (in tal caso non rimarranno particelle attaccate al dito) o sollevando la pianta e bagnandola solo se il vaso risulterà leggero (tecnica che richiede un po’ più di esperienza e sensibilità).
Una volta che il substrato sarà asciutto, bisognerà bagnarlo abbondantemente, in modo da renderlo completamente saturo d’acqua. L’eccesso d’acqua drenerà fuori dai fori del vaso e l’acqua che rimarrà nel sottovaso andrà rimossa.
Così facendo le radici cresceranno forti grazie all’ottima ossigenazione ed allo stesso tempo si eviteranno problemi di ristagno idrico che rischia di portare la pianta all’asfissia radicale e provocare quindi marciume, causa principale per cui il Pothos fa le foglie gialle e muore.
CONCIMAZIONE:
Per la crescita ottimale delle piante, la cosa più importante è scegliere un terreno di qualità che possa fornire tutti i nutrienti necessari.
Tuttavia, poiché le piante consumano lentamente i nutrienti già presenti nel terreno, è necessaria una concimazione mirata che tendenzialmente andrebbe eseguita dalla primavera all’autunno.
In particolare, la concimazione del Pothos va fatta con un fertilizzante per piante verdi (NPK 20-20-20, che potete trovare anche qui: Prodotti per la cura delle piante) e va fatta quando la pianta è in fase di crescita attiva, i tralci si allungano e sviluppa nuove foglie.
Per quanto questo solitamente coincida con la bella stagione, il Pothos non va concimato sempre e solo durante la primavera e l’estate. Se posizionato vicino ad una finestra luminosa, difatti, è probabile che continui a crescere anche durante l’autunno e l’inverno ed andrà quindi concimato anche in questo periodo.
Al contrario invece, se il Pothos non riceverà abbastanza luce, la crescita potrebbe fermarsi. In questo caso, concimarlo non avrà alcun senso perché non sarebbe in grado di utilizzare il nutrimento che gli stiamo fornendo.
SUBSTRATO DI COLTIVAZIONE:
Per ottenere l’ossigenazione corretta, fondamentale per il benessere delle radici delle nostre piante, l'ideale è creare un mix di materiali che si possono reperire nei vivai meglio forniti, ma che potete trovare anche tra i nostri prodotti in vendita (Prodotti per la cura delle piante).
Si può utilizzare del terriccio per cactacee, meglio se biologico o torba mista a sabbia, una piccola percentuale di hummus di lombrico, ed un mix di inerti (cioè quei materiali che non collaborano al nutrimento della pianta ma che svolgono comunque un’azione estremamente importante, in quanto permettono alle radici una corretta crescita) tra pomice, perlite, seramis, vermiculite, eventualmente anche fibra di cocco: questi tra i più facili da trovare in commercio e tra i più utilizzati.
Ognuno ha il proprio mix collaudato, ecco il nostro:
20% terriccio sabbioso
20% pomice
25% seramis
30% perlite
5% humus di lombrico
Il Pothos va rinvasato mediamente ogni 1-2 anni, quando la pianta è cresciuta molto o il terriccio è diventato duro e compatto. É consigliato effettuare il travaso durante la stagione attiva di crescita, solitamente primavera ed estate, in modo che la pianta possa beneficiare fin da subito dello spazio extra a disposizione.
Questa pianta tende a svilupparsi meglio quando le radici hanno riempito bene il panetto di substrato. Quindi non va rinvasato troppo presto né spostato mai in un vaso troppo grande.
Il momento ideale per cambiare il vaso è quando le radici non hanno quasi più spazio per crescere, al punto che diventa faticoso estrarre la pianta dal contenitore: può quindi esser spostata in un vaso 3-5cm più grande, non di più.
PARASSITI E MALATTIE:
Tra i parassiti che possono infestare il Pothos ci sono una serie di insetti comuni a molte piante d’appartamento, come: afidi, cocciniglia, tripidi, ragnetto rosso e mosca bianca.
Questi insetti vengono detti fitofagi, perché si nutrono della linfa contenuta all’interno delle cellule della pianta grazie al loro apparato succhiatore.
Oltre che causare danni estetici, riducono la capacità della pianta di compiere la fotosintesi ed indeboliscono pesantemente il suo sistema immunitario. Le punture inferte da questi parassiti possono introdurre batteri e virus all’interno dei tessuti della pianta, aggravando ulteriormente la situazione.
Un’infestazione in stadio precoce può essere curata con l’utilizzo di prodotti generici come il Polysect o prodotti oleosi come Olio di Neem.
Nel caso in cui il problema fosse già diffuso bisognerà ricorrere a prodotti specifici per ciascun parassita.
Per quanto questa pianta sia una pianta estremamente resistente nei confronti di malattie di vario genere, nell’arco della sua vita è comunque possibile possa soffrire di infezioni fungine o batteriche, tipiche di luoghi umidi e con scarso ricircolo d’aria.
Queste malattie, oltre a causare danni visibili sulle foglie, possono compromettere seriamente la salute della pianta fino a portarla alla morte.
In particolar modo troviamo il Pythium e la Phythophtora, due funghi patogeni che colpiscono l’apparato radicale in presenza di ristagno idrico, e che fanno marcire le radici impedendo alla pianta di assorbire l’acqua ed i nutrienti di cui ha bisogno.
Gli esemplari affetti da funghi patogeni vanno isolati immediatamente per evitare che l’infezione possa estendersi su altre piante e vanno subito trattati con un fungicida sistemico.
CURIOSITA’:
Il Pothos NON è uno Scindapsus, nè un Philodendron Scandens! Il termine “Pothos” non può essere utilizzato nemmeno come sinonimo di Epipremnum Aureum.
“Pothos” infatti, è il nome di un vero e proprio genere distinto di pianta, declinato in decine di specie (tra le quali non c’è ovviamente l’Epipremnum Aureum).
Non che sia un’informazione rilevante, ma se per caso doveste trovarvi a discutere con un botanico od un esperto di piante, potreste fare brutta figura.
Lo Scindapsus è una specie facente parte della famiglia delle Araceae strettamente imparentato con il Philodendron Scandens, molto simile al Pothos, sicuramente! Ma leggermente diverso per alcuni aspetti.
Se proprio volete chiamare il vostro Pothos con il classico altisonante nome botanico sfoderato da chi vuol far vedere di saperla lunga sul mondo delle piante, chiamatelo Epipremnum Aureum.
Epipremnum Aureum è il nome specifico della varietà in assoluto più diffusa di Pothos, non perché sia il nome corretto, anzi.
Quello dell’Epipremnum Aureum è forse l’unico caso in cui una pianta è conosciuta a tutti con un nome che in realtà è di un’altra specie. Insomma, non è dato sapere il perché, ma la parola “Pothos”, identifica impropriamente la pianta di Epipremnum Aureum per il 95% dei piantofili.
La varietà di Epipremnum più diffusa è quella "base" (Epipremnum Aureum), ma se volete colori più particolari, andate sull’Epipremnum Neon, con foglie di un verde talmente chiaro da sembrare giallo, oppure sull’Epipremnum Marble Queen, con foglie dalle striature bianche e delicate. Ne volete uno bicolore? In questo caso, prendete un Epipremnum ‘Njoy: foglie misto verde/panna irresistibili!
Ecco altre particolari varietà: Epipremnum Aureum Shangri La, Epipremnum Pinnatum 'Cebu Blue', Epipremnum Manjula ecc. …
Insomma, ce n’è per tutti i colori e, vista la resistenza di questa pianta, è molto probabile che decidiate di colorare le vostre case con tutte la varietà che riuscirete a trovare!
Scindapsus ed Epipremnum sono piante belle e forti, ma hanno anche delle proprietà che aiutano a migliorare la qualità della nostra vita. Difatti, rimuovono le sostanze tossiche che si trovano praticamente in tutte le case, uffici e scuole, come la formaldeide, il benzene, il tricoloroetilene, lo xilene ed il toulene. Sono sostanze che fuoriescono da mobili, vestiti, rivestimenti per pavimenti, vernici e stampanti.
Queste piante neutralizzano i gas nocivi e li scompongono. Si attiva dunque un processo di vaporizzazione regolatore che migliora l’umidità dell’aria: le piante convertono la CO2 in ossigeno, rendendo l’aria più sana.
Tenere uno Scindapsus od un Epipremnum in casa od in ufficio, quindi, migliora la qualità dell’aria che respiriamo.
Tra gli Scindapsus più comuni e tra quelli più particolari, troviamo: Scindapsus Aureus (il più acquistato e conosciuto), Scindapsus Pictus, Scindapsus Treubii Moonlight, Scindapsus Silver Splash, Scindapsus Silver Cloud ecc. ...
SCHEDA RIASSUNTIVA:
LIVELLO DI CURA:
Principiante
LUCE:
Ubicazione luminosa, ma non sole diretto
ACQUA:
Moderata
SUBSTRATO:
Drenante
UMIDITA’:
Bassa (Epipremnum); media (Scindapsus)
PORTAMENTO:
Rampicante e ricadente
PIANTA TOSSICA:
Si
PET FRIENDLY:
No